martedì 23 gennaio 2007

IL TESCHIO

Tra il terriccio e le formiche giace

la testa di un morto.

Una grossa lumaca ha preso affitto dell'orbita ormai cava ,

mentre una colonia di mosche sostituisce le sue parole dimenticate.

Cos'hai detto in passato ,

che ti ha ucciso...

Cos'hanno fatto le tue mani sotto il tuo ordine ,

che ti ha portato qui...

Lontano dalle tue gambe...

e loro,

da chi ti hanno allontanato ?

Ti guardo e penso alla scritta su una chiesa di Milano,

sotto un tuo ritratto-

"io sono quello che tu sarai,

tu sei quello che io fui"-

Quando eri me,

quanto hai sofferto ?

Prima di consolare dal sole le lucertole,

hai mai fermato le lacrime di una donna ?

Ma quanti incontreranno il candore dei tuoi denti

ripuliti dal tempo

e proveranno solo orrore...

E' triste.

Io ti abbraccio,

perchè l'orrore più forte

me lo provocano i vivi ,

che accumulano dolore ,

inseguendo un piacere del quale non resterà nemmeno

quello che è rimasto di te.

Teschio ;

posso parlarti e mi ascolterai sempre,

posso tacere e so che il silenzio è ciò che cerchi e di cui sei fatto.

Ho incontrato altri come te

nelle catacombe dei cappuccini a Palermo,

mi mandano a dirti che stanno bene , ma vorrebbero essere ripuliti

dalle dichiarazioni di amore e fede politica di ragazzini irrispettosi,

che li hanno fatti portavoce di momenti effimeri.

Ho incontrato altri come te

negli ossari dei caduti in guerra,

sono delusi , perchè credevano che avrebbero portato gli squarci delle pallottole

con l'orgoglio con cui portavano le medaglie in vita

ma sono diventati delle medaglie loro stessi.

Teschio;

mi dicono dalle colline afgane

che un tuo compagno urla

perchè continua a sentire le raffiche dei mitra che lo hanno ucciso

risuonare sopra di lui

e nessuno ha il coraggio di rivelargli

che non sta avendo gli incubi.

Tu , che sei mio fratello e l'avvenire di tutti,

mi dai la risposta che cerco,

tacendo.

"senza titolo"

Attendo paziente ma sfiancato...

maturo rassegnazione

no, voglio

infantile dedizione;

il

calco

del

mio

animo

sempre più perfetto...

FLUTTUAZIONE UMORALE

Rabbiosi, i passeri

cantano nel fitto di rovi contorti,

melodie che si intrecciano

in nenie sgangherate;

sulla parete frullanti silhouettes

oscurano l'intonaco

in cui precipito come bambino distratto;

Il tempio, ormai eroso dal vento,

si staglia a fatica tra dune di scorie

senza riflessi di vetrate;

al giogo dell'umore

come miraggio,

ammicco a mezz'aria.

TRAMONTO

Fiori secchi ricamano ombra

mentre il crepuscolo

esplora con dita sapienti le rovine del mio animo.

La finestra aperta,

il sole rosso addolcisce di oblio il dolore.

Una spiaggia lontana dove divorerò il mio corpo

con bacchette cinesi;

osservo languido sabbia che mi scorre tra le dita.

"senza titolo"

Piegatevi ossa sotto i denti del passato,

ardenti pire di malsana speranza

accolgono il

futuro.

"senza titolo"

Nel clamore della mandria

il mio orrore non trova compagni,

ristagna nella sua cella tra il letto e il comodino;

aspetta il livello critico,

ripete il suo nome come un disco rotto...

Ma gerani neri fioriranno infine contro il muro,

icone della fine,

parassiti senza sangue,

unici testimoni

nel processo all'assente.....

E AVREI SCRITTO CANZONI PER TE...

E avrei scritto canzoni per te,

banali fiori di seta,

l'acqua nella brocca di vetro.

Ma ora affronto il labirinto

anche se ne sono un mattone,

solo, chiuso nella sua costruzione.

Ci stavo arrivando , lo sai ?

Il cristallo mostrava uno spigolo;

la mia testa era un cuneo

con la base piantata in te e la punta verso il cielo.

Un giorno qualcosa

mi riempirà.....

"senza titolo"

Mi pare di vedere le dolci mani della malinconia,

mi carezzano il capo incarnate dai ricordi,

forgiate nelle sue mani.

Nelle vene la paura

dell'amante di un ragno.

SENZA ANESTESIA

Nello spazio fra te e te

ritrovo i cadaveri delle mie colpe;

sfuma il tuo volto tra loop di sigarette;

lo scanner nelle mie labbra riaccende il tuo corpo

e ne mistifica la presenza

LUOGHI

L'asfalto delle strade

mi racconta dei tuoi sedici anni,

la mia casa , tutto il resto;

mentre mi mordo gli avambracci

lacrimandomi sull'inguine,

mi affido al pensier tuo

per passare l'Acheronte.

CONTRO UNA CHE SE NE VA...

CONTRO UNA CHE SE NE VA....

Rimane il mio dolore,

rimane il mio orrore,

rimane la mia noia,

rimane una metà,

rimane quel che è stato,

rimane un dio castrato,

rimane il folle odio,

rimangono i legacci,

rimangono i dottori,

rimangono i consigli,

rimangono gli errori,

rimane un cesso pieno,

rimango senza freno,

rimangono palazzi,

rimangono i più stronzi,

rimango senza soldi,

rimangon bassifondi,

rimane sangue infetto,

rimango fatto fesso,

rimangono accendini,

rimango costretto,

rimane vuoto il letto,

rimango un vuoto a rendere,

rimane solo cenere.

"senza titolo"

Ex voto di tolla ,

svettano le tue membra silver plated

al vertice dei ricordi nel mausoleo triangolare ;

scheggiati , i gomiti di vetro chiedono

rimozione commossa ;

tra natali d'infanzia , fumetti ,

e altri flashback items ,

sei come regina , immolata su una pira di cianfrusaglie ,

mentre ai miei piedi balenano i riflessi della benzina

e mi cullo nell'immagine

della fiamma che verrà ,

sorridono ancora beffardi i tuoi fianchi

con lo spettro incollato alle mie mani ;

ancora il mantra dell'estraneo mi fa visita ogni notte ,

scardinando il mio fisico Kafkiano.

Quattro anni nel deserto e tu,

sola modifica all'orizzonte.

Ora una linea piatta

sconfessa ogni miraggio di equilibrio.

Morirò tra l'argento di quegli anni ,

sepolto dai rimpianti

in un viaggio tra la steppa ,

fermato , io assurdo treno ,

ai bordi dell'acquitrino gelato.

RAPPORTI SBILANCIATI

Nella mia testa era acceso un innesco

per la detonazione della realtà ;

nel mio cuore ha pasteggiato qualcosa

che a pancia piena ha detto grazie.

Calcando il tacco nella mia schiena piegata,

l'affittuario lascia la camera

e io ,

rotolandomi nell'insopportabile ,

pago il conto.

IMPASSE

Cielo di sangue;

la mia vita

ha epitaffio nell' odore dei tuoi capelli.

Ma lasciami qui

a sbagliare per te;

la rabbia offerta

in anticamere

tra il grigio e il perchè.

Tu bruciami ora;

e ancora...

LEI

Tu,
che hai gettato il mio cuore nel tormento del vuoto,
hai ancora il potere di farmi del male;
con la forza di un leviatano schiacci la mia testa contro la fredda parete,
liberando albatros di sangue che strisciano umidi sul pavimento sporco.

Tu;
la tua assenza ancora ingombra il mio letto umido di pianto.
Ancora insisti a comandare le schiere dei miei pensieri più cupi,
mi strazi all'infinito nell'intimo della mia solitudine,
rovesciando sul mio animo la tua figura dorata , più nitida che mai.

Tu,
che hai completato il mio affresco sul mondo,
ora Scilla ai bordi del foro sul mio atlante,
ancora ti voglio...
ancora...
ti...
voglio...

DISSOCIAZIONE

Quando ti svegli e stridi ,

meglio morire di nuovo ;

quando alla polvere fa schifo finirti negli occhi ,

meglio morire di nuovo.

Nessun requiem

per chi si ricovera da solo ,

saccheggiato della dignità

in fondo di niente ;

un filo solo ora rimane di una corda labile ;

vent'anni di corridoio cieco ,

vent'anni di passi collosi ,

scarpe sporche da vent'anni di gelsi di Chernobyl ,

sbucciature da bicicletta ,

falci orizzontali

che negano il diritto a vivere

solo a te

vergogna , vergogna ;

il mio vecchio lavoro : "non ti faremo sapere"...

assunto ,

reclutato ,

ventennale esperienza ,

definitiva croce invernale

sul monte senza i ladroni.

I cani di Pavlov tornano a sbavare

e ancora scoprono tutto

perchè mi sono scuoiato,

perchè mi sono chinato e hanno visto foto

sulla mia schiena fottuta ,

come fottuto come rotto , sbriciolato

liofilizzato , rincretinito , merda , sono , sum ,

cosa schifosa , chiuso in quest'essere vomitevole ,

orrendo , grottesco ,

corvino buffone , perverto tutto , rovinato ;

cosa vi ha fatto quel bambino ?

Che cazzo vi ha fatto maledetti ,

dovevate abbracciarlo , lo avete messo alla gogna ,

cinque anni , i polsi paffuti ,

occhi neri sbarrati lucidi ,

fanno male le catene strette

come si può ,

sono l'unico che ha pietà per lui

che ora non c'è più ;

ora vene sbocciano su braccia d'insetto ,

crateri scavano sotto gli zigomi ,

squallida pece alla vanagloria umilia giustamente lo sguardo di un verme.

Cretino , non vale la pena di insultarti ,

il divertito disprezzo basta a incenerirti ,

mentre ti scivola orina lungo il volto...

Chi cazzo sei ?

Ma che cazzo vuoi , fastidio mi da la tua voce.

Fastidio mi da la mia voce.

WAITIN'

Aspetto.

Gli spettri chiudono il pensiero;

al suono della polvere che cade

scivolo supino

lungo il torrente,

sotto i sepolcri consunti;

il cuore fa il suo numero da circo,

io mi pugnalo al ventre.

RESPIRO

Ricordi come lame

nei sorrisi della gente

riesumano il nonsenso di un presente

incerto;

deputati alla lacrima lunare,

intonano fra i cipressi , dietro un occhio ardente

di fuoco sconfitto e perplesso,

liriche di antiche credenze di possesso;

ma in Siringa il mio vento ha smesso di soffiare e ,

sdraiato tra le alghe del fondo a me fedele,

disperdo il respiro

nell' aria pesante di fiele vivo.

E DI NUOVO...

Tutte le notti
emozioni verticali,
ma ancora
un'altra volta
vorrei morire con lei.
E sono solo aria
che sfiorerebbe le sue spalle,
ma si può solo spostare
al suo passaggio asettico.
Inutile,
per ora rimango inutile
di nuovo
e di nuovo
e di nuovo
e muore Rimbaud
e di nuovo
e mordo il divano
e di nuovo
e acquisto speranza
e di nuovo
e vendo ceneri di braci riattizzate
e di nuovo
e un bimbo non piange
e di nuovo
e ritornano i padri
e di nuovo
e sodomizzo spazi vuoti
e di nuovo
e schianto vasi di plastica contro muri di gomma
e di nuovo
e do ragione ai padri
e di nuovo
e le mie mani mi piantano la testa giù nel pavimento
e di nuovo
e non c'è niente dopo il numero zero
e di nuovo
e il giorno del picchio
e ora
ho un nuovo padre...

"senza titolo"

Ancora cerco il tuo spettro tra le mie braccia,
nel letto ora vuoto
la disperazione si presenta in un gesto meccanico.
Siamo poveri insetti,
costretti prima o poi,
ad aggrapparci tragicamente uno con un altro
per poter sopravvivere....

"senza titolo"

Inflitti
si dipanano corposi i segni di decadenza;
come l'acqua
che dal bicchiere vuoto inizialmente stilla,
l'inonda di furia e scaccia via l'aria.

"senza titolo"

Vedi la solitudine,

attraverso gli occhi grigi di un anziano senza figli,

fra i bicchieri vuoti sopra un tavolo di legno;

alla tele saltellano ancora gli uccellini di gomma.

Un uomo si spegne

le sue lacrime scivolano storte sulla sedia.

Mi sembra solo

abbia bisogno di compagnia;

mi sembro solo

camminare alla cieca nel vuoto

mentre il passato si fa più pesante

e si accumulano i "potevo",

finiscono gli stupori e si ha paura

e si urla tra vampe d'abisso

il

proprio

nome....

AFTERMATHS

Storte emanazioni di me stesso

sull'infinito crepuscolo del divenire,

proiettano diritti e rovesci di medaglie a più facce ;

le mie metastasi si allargano in un pattern di carcinoma dolorante,

mentre scuri osservatori col mio volto criticano le direzioni prese con muta disapprovazione.

Rasente al muro striscia irrintracciabile il mito ieratico di un avvenire lecito,

arroventando il marchio della colpa.

Se la gabbia nel cuscino ancora ha una chiave,

non libera ;

se , costretto in binari morti , ancora posso tornare,

non ne trovo il tempo ;

se , ridotto a nutrirmi della mia icore , cresco ancora,

le conseguenze per i miei atti ne divoreranno ogni vantaggio.

Il nodo che ho nel petto mi difende e mi uccide,

ma , stretto e inestricabile,

offre identità e patteggia la mia pena.

IL CIGNO

La rincorsa di un cigno prima del decollo

è goffa e insidiata ;

così anche l'esistenza spesso si perde

in un frullo di piume scomposte.

I SANTI

Ci sono uomini,

donne,

vestiti tutti uguali;

arrendetevi a loro.

Il vuoto che hanno dentro non è sofferto;

il loro viso è fresco di rasatura

o truccato con sobrietà;

servono umiliazione su magli di gomma e acciaio,

proteggono le canne delle loro pistole

pulendole sui nostri volti di peccatori;

il passo fiero della ragione affidata loro

li circonda come l'aureola di un santo,

mentre le stigmate sulle loro spalle,

sui loro petti,

li assicurano contro il torto.

E noi,

gente diversa e a volte grottesca,

gli rendiamo grazie,

perchè sono

così belli,

forti,

giusti,

uguali....

PRESENTAZIONE

Salve a tutti , mi chiamo Jarvis Piazza e da circa un anno ho aperto un blog su Splinder (Il Portiere di Notte) nel quale ho pubblicato più o meno tutto quello che mi passava per la testa e tra le tante cose ne ho approfittato per postare le poesie che avevo scritto in passato e quelle che mi venivano da scrivere sul momento ;
questo blog , invece , nasce dalla necessità di raccogliere tutte queste poesie (e quelle che scriverò in futuro) in un contenitore che tratti unicamente questo soggetto.
Per permettere ai visitatori di lasciare commenti specifici copierò ogni poesia in un post a se stante e , quando e se ne avrò l'ispirazione , lascerò come aggiornamento una specie di premessa\parafrasi\spiegazione che chiarisca in una qualche maniera i contenuti e i significati di ogni poesia , questo perchè spesso tendo ad essere molto criptico e a utilizzare una simbologia che è frutto o di mie esperienze personali passate oppure di concatenazioni logiche che dal significato originale portano alla figura retorica nel testo.
Sembrerà una cosa pretenziosa ma è il mio modo di scrivere , come se creassi degli enigmi ai quali solo io posso dare risposta ; questo non vuol dire che le poesie risulteranno totalmente incomprensibili (almeno spero) , solamente ci saranno delle parti che necessitano un minimo di spiegazione perchè una persona esterna possa calarsi meglio nelle sensazioni che intendo esprimere. Se qualcuno è interessato a ricevere un chiarimento su una poesia specifica ovviamente può chiedermelo direttamente lasciando un commento o spedendomi una mail(JarvisPiazza@gmail.com);
i commenti che vorrei comparissero più spesso però sono quelli di critica alle poesie stesse , poichè sono commenti di questo tipo che mi permettono di conoscere nuovi punti di vista o suggerimenti che , se lo riterrò utile , non mancherò di seguire.
Sperando che queste poesie , che ho scritto mettendoci tutto il mio corpo , il mio sangue...e le mie viscere , vi piacciano o , nel caso stiate soffrendo anche voi , vi facciano sentire un po' meno soli , vi mando i miei saluti e comincio subito a copiarle nei post qui sotto.
Buona lettura,
Jarvis Piazza.

p.s. è una nota sgradevole , ma informo chiunque pensi di copiare i miei testi e diffonderli a proprio nome che sono ampiamente in grado di documentare il fatto di averli scritti precedentemente a un eventuale diffusione abusiva.